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Il panorama degli incentivi fiscali per le imprese italiane si arricchisce con l’introduzione del nuovo credito d’imposta per gli investimenti, delineato nell’articolo 38 del Decreto Legislativo 2 marzo 2024, n. 19, comunemente conosciuto come “PNRR”. Questa misura, destinata a promuovere gli investimenti nel contesto del piano di transizione 5.0, rappresenta un’opportunità significativa per le imprese italiane di potenziare la loro competitività attraverso l’innovazione e la sostenibilità.

Cos’è la transizione 5.0

La transizione 5.0, un’evoluzione del precedente piano di transizione 4.0 e riconosciuta come la quinta rivoluzione industriale nell’agenda del Governo italiano, si distingue per un approccio più ampio e inclusivo rispetto al suo predecessore. Mentre la transizione 4.0 ha principalmente focalizzato sull’automazione, sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e sull’efficienza produttiva, la transizione 5.0 si muove verso un paradigma più olistico basato su tre principi cardine:

  • Umanocentricità: questo principio enfatizza una maggiore collaborazione tra l’uomo e la macchina, puntando a migliorare la qualità della vita e il benessere nei contesti lavorativi. L’attenzione si sposta verso l’umanizzazione dei processi industriali e la creazione di ambienti di lavoro più inclusivi e gratificanti.
  • Sostenibilità: la transizione 5.0 promuove l’integrazione di pratiche sostenibili all’interno delle attività industriali al fine di ridurre l’impatto ambientale. Si cerca di adottare processi produttivi che rispettino l’ambiente e contribuiscano alla lotta contro il cambiamento climatico.
  • Resilienza: questo pilastro sottolinea l’importanza dell’adattamento e della flessibilità delle imprese di fronte alle sfide globali, come i cambiamenti climatici e le crisi economiche. Si mira a costruire aziende resilienti in grado di affrontare le turbolenze del mercato globale mantenendo al contempo una visione a lungo termine.

In sintesi, la transizione 5.0 va al di là della mera automazione e digitalizzazione. I suoi fondamenti, delineati anche dalla Commissione Europea, mirano a promuovere un progresso industriale che tenga conto non solo degli avanzamenti tecnologici, ma anche dei fattori sociali e ambientali. Si tratta di un approccio innovativo e integrato che punta a plasmare un futuro industriale più sostenibile, equo e resilienti.

Imprese beneficiarie del credito d’imposta per investimenti nella transizione 5.0

L’agevolazione alla transizione 5.0 è estesa a tutte le imprese residenti in Italia, comprese le loro filiali, indipendentemente dalla loro forma giuridica, settore di appartenenza, dimensione o regime di determinazione del reddito.

Tuttavia, affinché possano fruire del credito d’imposta, è necessario che le imprese rispettino le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e adempiano correttamente agli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

Investimenti agevolati

Gli investimenti agevolati riguardano principalmente quelli effettuati nel biennio 2024-2025 e devono essere indirizzati verso la realizzazione di nuove strutture produttive situate in Italia. Inoltre, sono agevolabili sia i beni materiali che quelli immateriali, inclusi i cosiddetti beni “4.0”, che siano strumentali all’esercizio d’impresa e che promuovano l’innovazione e la trasformazione digitale. In particolare, sono incentivati gli investimenti finalizzati alla riduzione dei consumi energetici e all’adozione di tecnologie sostenibili.

Benefici aggiuntivi

Oltre agli investimenti tradizionali, il credito d’imposta per la transizione 5.0 favorisce anche quelli volti all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinate all’autoconsumo. Inoltre, sono incentivati gli investimenti nelle tecnologie digitali, come i software per il monitoraggio dei consumi energetici e le piattaforme per la gestione aziendale, che contribuiscono alla transizione verso un’economia digitale e sostenibile.

Modalità di accesso e utilizzo del credito d’imposta per investimenti nella transizione 5.0

Le imprese interessate devono presentare le certificazioni tecniche al Gestore dei Servizi Energetici per ottenere il credito d’imposta. Quest’ultimo è utilizzabile esclusivamente in compensazione tramite il modello F24, entro il 31 dicembre 2025. È importante sottolineare che il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito né rileva ai fini della determinazione del pro rata di deducibilità degli interessi passivi e delle spese generali.

Considerazioni fiscali

L’agevolazione fiscale nella transizione 5.0 è caratterizzata da un’ampia flessibilità e non è soggetta ai limiti annuali di utilizzo dei crediti d’imposta previsti per altri incentivi fiscali. Tuttavia, è escluso il cumulo con altri incentivi che abbiano ad oggetto i medesimi costi, salvo che ciò non porti al superamento del costo sostenuto. Inoltre, il credito d’imposta non può essere ceduto o trasferito, né all’interno del consolidato fiscale né in altri contesti.

Rideterminazione dell’agevolazione

È prevista la rideterminazione del credito d’imposta per investimenti nella transizione 5.0 nel caso in cui i beni agevolati vengano ceduti a terzi o destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa. In tali casi, il credito d’imposta è corrispondentemente ridotto e, se già utilizzato, deve essere restituito senza applicazione di sanzioni e interessi. Questa disposizione mira a garantire che il credito d’imposta sia effettivamente utilizzato per gli investimenti agevolati e non per altri fini.

In conclusione, il nuovo credito d’imposta per gli investimenti nella rivoluzione industriale 5.0 rappresenta un’opportunità strategica per le imprese italiane di potenziare la loro competitività attraverso l’innovazione e la sostenibilità. La sua flessibilità e la sua ampia portata lo rendono uno strumento efficace per favorire la crescita economica e la trasformazione del tessuto produttivo nazionale verso modelli più moderni e sostenibili.

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